La Conoscenza Nuova

Chi sono, sorge nel Tempo, a ridosso delle grandi domande, quelle che hanno piccole risposte. Qui, si sperimenta, come altrove del resto, in ogni occasione di respiro, l'ultimo atto dell'esistere, conoscere attraverso la Conoscenza Nuova i limiti dell'uomo vecchio. Ma la Conoscenza è Nuova, perchè la scoperta della Vita è novità reale, ciò che imprime solleva il velo e tasta il cielo.

05 luglio 2008

TUTTA COLPA DI MAMMA'!!!!








Tutta colpa di mammà! Perchè, poi, il figlioletto non cresce sano se non mangia carne!! Carne nel latte, carne nel caffè, carne nella birra quando cresce, la carne non deve mai mancare, la carne fa bene!
E quando cresci figliolo, ricordati di mangiare carne, tu, l'idiota che sposerai e gli idioti che genererete.
Idioti tesi in un arco di generazioni e generazioni.
Quando ero un uomo primitivo leggevo il cielo e sentivo il vento e da capivo se prendere o meno le piste della carne o quelle del pesce, ero cacciatore ma sapevo capire il mondo. Poi, mi sono fermato, il Creatore mi ha dato l'intelligenza per fermarmi e coltivare la terra e allevare gli animali: mi ha dato la possibilità di scegliere.
Io ho continuato a scegliere la morte e ora che non sono più un primitivo mi concedo il lusso dell'indifferenza.
Perchè mammà mi ha detto che la carne fa bene!!!!
Il mondo sarà migliore quando i figli di mammà smetteranno di ammazzare inutilmente animali per mangiare, inutilmente.

11 febbraio 2008

CONTRA MORTEM!

La Conoscenza Nuova è renderci conto che la Coscienza dell'Uomo non ha un problema evolutivo, in senso evoluzionistico di adattamento all'ambiente: la Coscienza dell'Uomo può determinare, invece, la giusta evoluzione delle cose, della Natura nella sua complessità.L'univoco metodo di valutazione dell'Occidente modernista e tronfio mette in seria crisi la struttura dell'Uomo, sia a livello etico che a livello di organizzazione-cellula-dna: il nostro Dna subirà trasformazioni nel senso di perdite gravi di memoria collettiva e individuale, poichè se si ammette che la Coscienza evolve adattandosi all'ambiente, bisognerà pur ammettere che essa non è nè nè meno che un organo, come gli altri, pertanto, destinato a spegnersi.La Conoscenza Nuova attraversa lo Spazio e annienta il Tempo, invece, è la Coscienza integrata, la grande manovalanza delle creature, il respiro perfetto del Tutto, la Conoscenza Nuova integra l'Uomo, Lo universalizza, non è semplice sapere, ma è il grande intuire che la Coscienza dell'Uomo è esercizio continuo di libertà.Io non mi adatto, io mi libero di Io.

Dal Regno alla Conoscenza Nuova

Ho preferito il bianco al nero, le cose da sempre al gioco del tempo finito.
Per questo il Regno lascia il passo alla Conoscenza Nuova.
Reprise.

19 ottobre 2007

La Grazia e la memoria.

Ho camminato per ore, questa notte, dopo aver volato con mio fratello. Alzati dodici metri sopra i tetti. Esperienza di fresca umidità. Poi, ho camminato, rimbalzandoci il pallone, per strafda, una strada notturna e silenziosa, tre giovani che parlano strano e una strada piena di coppie appartate.
Continuo.
Il tempo stringe, dicono alcuni, stringe perchè pochi lo sanno. Che cosa vuol dire, che il tempo stringe?
La fine del mondo, la fine del tempo, la fine degli uomini?
Dove è la meraviglia che gli uomini finiscano?
Sono stati creati poco al di sotto degli angeli, vero, ma sempre al di sotto.
Io, tu, chi amiamo, chi odiamo, chi conosciamo, chi non abbiamo mai conosciuto nè conosceremo, tutti siamo partiti da un unico punto, che nei secoli abbiamo chiamato prevalentemente "Dio", da lì proveniamo in questo mondo, in questa esperienza carichi di amore, del Suo Amore, che non è il nostro amore, ma la capacità di espansione infinita ed eterna che solo l'Altissimo ha.
Più il tempo stringe più vuol dire che lo Spazio eterno riprende ciò che Gli appartiene.
Noi compresi.
Veniamo tutti da Lì, ci perdiamo nella memoria delle esperienze, in attesa della Grazia, che porta l'Anima al suo reale livello di memoria.

29 settembre 2007

L'IMMENSA ABITUDINE.

È cambiato molto, quasi tutto, nella mia vita. La consapevolezza di venire da molto lontano aumenta di giorno in giorno. Le facciate di alcune case in alcuni luoghi, nel volto di una persona, (gli occhi si fanno largo all’indietro), la sensazione che il cuore si predisponga al ricordo di qualcosa che la mente non contiene. La scienza moderna inventa nomi sbagliati per cose esatte: chiama malattia ciò che spesso è soltanto la complessità dell’esistenza. Vi guardo a fondo, vedo autostrade sottili colorate come un microchip, il vostro e il mio videogioco sono interattivi, i vostri videogiochi sono interattivi.Ma io mi libero del videogioco. Chi viene a liberarsi?Mi sono chiare molte cose ora.E vedo il mio cuore aprirsi verso luoghi non conosciuti. La Grazia è la Conoscenza. Il Cuore è la ragion d’essere.Accetto che cresca anche la gramigna.“Te aliviaré del dolor y de tus cambios de humor de la obsesión que hay en tus manías. Superaré las corrientes gravitacionales el espacio y la luz y envejecer no podrás. Te curarás de cada uno de tus males porque eres un ser especial y yo siempre te cuidaré ...”
Vivo a strati. C'è una strada sotto una strada sotto una strada sotto una strada. Per quanto tempo ancora ci sarà perfetta sovrapponibilità?Nebbia diradata. La comprensione è accentuata.Che cosa porterò di me, non so dire ora. Cercheremo insieme strade di gioia, o ci perderemo per sempre? Il mio per sempre è un viaggio con abiti leggeri, le braccia aperte, le gambe libere, sull'oceano, su tutti gli oceani, e non mi sembrerà vero attraversare tutto ciò che non posso. Ti osservo. Un luogo, una collina immersa nel vento, una finestra non trovata, innesco il pensiero in occhi senza fondo in fondo. La responsabilità. Dimentico troppo spesso che questo è solo un passaggio e che posso sempre scappar via. Mi gioco l'idea dell'immortalità per qualche preoccupazione: non devo più farlo.Chi pensa di dover fare tutto ora è un illuso.Sono stanco di stancarmi, sono stanco di non sentire in ogni momento il sangue scivolare e riscivolare dal mio cuore, è un violino candido.
È un'immensa abitudine la via del cuore: si ama continuamente, En-Sof che si riprende lo spazio lasciato. È un'immensa inquietudine che attanaglia la visione, altrimenti limpida. Ciò che suscita in sè il cuore, è certezza del vivere. Vedo accadere tutto nella logica non mia, il mondo superiore dell'intima consapevolezza. Non vorrei mai perdere l'odore di un sorriso che conosco. Si, continuo a vagare. Mi sottrarrò. Sono consolato da Colui che solo mi osserva con amore. E con Lui osservo ancora.

05 agosto 2007

Ciò che più mi ha colpito in tutta questa storia è l'aver realizzato alcuni aspetto importanti della trasformazione.
La perdita di pezzi, per esempio, è qualcosa che provoca una sorta di distaccamento interiore, come quando va via un pezzo di pelle dopo l'abbronzatura estiva, ma immaginate che quella pelle sia pesante, un sollievo, ma anche la impressione sottile di doversi in qualche modo riassestare.
Oppure, immaginate di perdere molto peso, o di recuperarne altrettanto, (...lavoro sospeso per sonnoì)

04 agosto 2007

è come se..............non so dove devo andare.

03 agosto 2007

Se.

Ecco che cosa ho tentato di fare: realizzarmi come uomo del mio tempo, questo tempo, senza eternità, facendo cose pigramente come pigro scorre il tempo senza eternità. Ho cercato di convincermi della bontà del mondo, l'insieme non è così poi male, e tutto passerà. Una grande solitudine alla fin fine, beata. Solo io ora sono in grado di comprendere il perché delle scelte fatte, di quelle che verranno che già sono chiare per me, che vedo dal di sopra, la Terra è piccola, e non si adagia perfettamente sulla mia pupilla, scherzo del destino, perché merita di essere preso per scherzo, non c'è che una via. La comprensione è ossessiva ricerca della potenza. La potenza. Fate mai caso alle vostre realizzazioni? Quando chiedete non ci fate caso a quello che chiedete. Poni attenzione a quello che chiedi: potrebbe realizzarsi, senza che tu ricordi perché una parte di te lo ha desiderato. Nel bene e nel male. Nel bene o nel male. E poi vedo le mie paure prendere forma, non voglio che prendano forma. E vedo, perdere la fede infinita di un istante, sapere che mi proteggerà, sapere che è qui, sapere che agirà, e questo lo perdo alla prima difficoltà: invece, ora testimonio, come sempre testimonierò, che il Creatore di ogni cosa non è filosofia, non è utopia, non è convenzione, non è istituzione, non è frutto della ricerca interiore ed esteriore, ma abita tutto, magnifico Spirito puro tra gli spiriti, Potenza che vuole un rapporto con noi. E la Sua potenza vuole donarci. Per arrivare alla fine del Tempo. Ritorno.

02 agosto 2007

Il giorno più amaro.

Il giorno più amaro si conclude con il senso di aver volato per ore, si spazia sull'oceano, che grande sensazione, il mio sonno sempre più profondo, i miei sogni sempre più chiari. Vivo in blocco. Blocco di tempo. Spesso me ne dimentico. Non voglio elargire, solo condividere.
Chi si è perso, si ritroverà. Noi non possiamo sapere ora quante volte siamo qui, in quanto tempo, per quanto spazio.
C'è un motivo per ogni ricordo: il già risaputo delle sensazioni più sottili.

31 luglio 2007

Il tempo delle cose nuove, ne sento l'impressione.

21 luglio 2007

En Sof

Me hanno parlato 'e te comme nu pate 'nfame
ca invece e vule' bbene 'e figlie cu nu sguardo 'e ffa' tremma'
me hanno parlato 'e te comme 'na droga pe' ll'umanità
ca annanzi a chi è putente sempe a capa fa' acala'.

Mo saccio chello ca si' mo saccio chello ca vuo'
en-sof accussì te aggio 'a chiamma'
tu si chello ca accummencia e chello ca è fernuto ggia
en-sof tu chello si' pe' mme
tu si' 'e stelle si' a terra ca rispira e i' rispiro appriesso a te
stevo 'ngoppo 'a na spiaggia e 'o mare me dicette ca
è dint' 'o core 'e ll'uommene ca sta 'e casa a verità
e si core tiene e si core tu saje da'
chello ca cercave forze tu 'o ttenive ggià.

(almamegretta)

16 luglio 2007

Il Programma di Dio.

Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare "il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa".

05 luglio 2007

Immortality.

Non posso fermare il pensiero, oltre questo passaggio la mia immortalità. Il paradosso come sapere di andare e andare è passare.Io passo di qui, perchè alla fine di ogni cosa una particella di luce attraversi ogni momento per ricordarlo e per trovarsi nell'eternità, immortalità dell'anima, trovi la forma più propria: luce espansa.

(fotografia su opera di Sara Cancellieri)

22 giugno 2007

La Conoscenza Nuova.

La conoscenza nuova ha forma di Croce, chi porta la Croce porta noi tutti alla Conoscenza.
Coscienza equiparata all'ampio avvertire gli eventi, e ogni cosa appartiene a questo passaggio.
Basta andare un po' più in là, tanto più in là per capire e vedere: attraverso i buchi nelle mani e nei piedi del Cristo, gli spazi siderali.
Aprirsi al rovescio, guardati in modo sublime dall'Unico cui noi, inconsapevolmente voi, consapevolmente noi, andiamo.
Il Mistero si apre laddove si chiude la Conoscenza e l'Amore perde la reale dimensione, che tutte le dimensioni abbraccia e racchiude. In verticale e in orizzontale.

13 giugno 2007

Libertà delle Libertà. (Il potere è il calciomercato 2)

L'Italia è un Paese modello: se la Storia fosse fatta di immagini ideali, proto-tipi, sembianze, similitudini, l'Italia sarebbe il proto-tipo, il modello, l'indicazione più efficace di questo versante del Ciclo, quello che casca giù verso la Fine e la Rinascita al tempo stesso.
Ora, i "regnanti" (non noi, gli umili servitori), la casta di potere che regola l'amministrazione della società italiana, i "palazzi degli uffici", che decide, che "tifa", si raduneranno intorno al tavolo per stabilire quale debba essere il vero colpo mai riuscito di calciomercato di cui parlare per tutta l'estate.
Perchè il potere è il calciomercato.
Ora, gli uomini di potere sapranno che loro non sono potenti, che verrano rovesciati dai troni, perchè l'aria è sufficientemente grave perchè possa piovere a dirotto, spazzare via ogni cosa, ricoprire di solido fango la fanghiglia dei "regnanti".
Ora, gli uomini di potere sapranno che potranno limitare la libertà, quella piccola, ma Uomini Liberi li travolgeranno.
Auspico la Città di Dio.

12 giugno 2007

FINALMENTE C'È IL CALCIOMERCATO.

Il potere è il calciomercato.

03 giugno 2007

PACE IN TERRA AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ! PERCHÈ POSSANO CALCIARE FORTE.

Mi sarei ritenuto fortunato se fossi nato in un luogo di libertà, non Italia, non in questo paese cresciuto all'ombra degli aspetti più retrivi della borghesia, e più mediocri del proletariato.
Vorrei rinascere altrove.
In questo paese esiste solo un ceto di comando, non di governo, la cui espressione attuale più vergognosa è il governo Prodi.
L'Italia, per causa loro, non è ancora una repubblica democratica.
È tempo che gli uomini di buona volontà comincino a battere i piedi sulle strade di questo paese, il tempo è maturo, perchè l'Italia diventi una democrazia.
Ma prima di battere i piedi sulle strade, dobbiamo darli sulla schiena di questo governo e spingere forte!
Pace in terra agli uomini di buona volontà!

02 giugno 2007

LA REPUBBLICA CHE NON C'È. LA CATASTROFE DEI BECCHINI.

La mia speranza è che tutto questo passi in fretta.
La diminuzione di libertà inflitta alla società italiana dall'attuale governo è una fitta al cuore: credo che sia giunto il tempo di agire per ripristinare la libertà.
Aprite gli occhi. Alzate il braccio, per dire che ci siete!

01 giugno 2007

L'UOMO UNIVERSALE. Capitolo della realizzazione.

È un punto di uscita intorno all'anima.

30 maggio 2007

L'UOMO UNIVERSALE. Capitolo del Risveglio.

Una grande casa di legno e cemento occupa il lato sinistro di una strada chiusa: è lì che ho visto nella terra sparsa, un rettangolo di acqua celeste.
Calma.
Si alza al mattino rimbalzando nell'oscurità, la danza tra le cose celesti è continua. Ogni attimo ricorda di qualcosa.
Succede, così spesso, che un volto richiami una memoria non permanente. Nello spazio è la migliore definizione del tempo. Urge riconquistare l'Universo.
Urge che l'Uomo ritrovi la via luminosa, prima che l'oscurità ne distrugga il tracciato: la via luminosa che porta prima dentro di me, poi fuori di me, in espansione, come il "primo" amore.
Il primo amore ha creato ogni cosa.
Ora, dovrò necessariamente comprendere a fondo, nel mio cuore e da lì per l'eternità, il passaggio tra le cose: collegate infinitamente tra di loro, perchè possano essere mutate.
L'Uomo Universale ascolta il respiro delle foglie.

24 maggio 2007

INTRODUZIONE A "LA SCALA DEI RE"

Intanto credo che "LA SCALA DEI RE" debba essere presentata come un tentativo, quindi svincolato dall'ansia di riuscita (chi ha l'ansia di riuscita cadrà dalla Scala, lentamente, con molto dolore) di "parlare insieme".
Il Blog degli ospiti è mio ospite. Ma chi ospita chi? e chi realmente ospita?
Insomma, questa è una comunicazione di servizio: www.lascaladeire.blogspot.com nasce perchè si parli di più tra di noi, esseri umani. E non.
Chiunque voglia risalire la Scala deve mandarmi una mail, anche vuota, a questo indirizzo:

melkisedeq_1973@alice.it

Ciò che vorrete dire lungo "LA SCALA DEI RE" sarà influenzato solo da voi, e non dal contesto in cui la Scala si erge.

22 maggio 2007

SALMO 139

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore, gia la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
Stupenda per me la tua saggezza,
troppo alta, e io non la comprendo.

Dove andare lontano dal tuo spirito,
dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei,
se scendo negli inferi, eccoti.
Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
Se dico: «Almeno l'oscurità mi copra
e intorno a me sia la notte»;
nemmeno le tenebre per te sono oscure,
e la notte è chiara come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.

Sei tu che hai creato le mie viscere
e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio;
sono stupende le tue opere,
tu mi conosci fino in fondo.

Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
intessuto nelle profondità della terra.
Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi
e tutto era scritto nel tuo libro;
i miei giorni erano fissati,
quando ancora non ne esisteva uno.
Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio;
se li conto sono più della sabbia,
se li credo finiti, con te sono ancora.

Se Dio sopprimesse i peccatori!
Allontanatevi da me, uomini sanguinari.
Essi parlano contro di te con inganno:
contro di te insorgono con frode.
Non odio, forse, Signore, quelli che ti odiano
e non detesto i tuoi nemici?
Li detesto con odio implacabile
come se fossero miei nemici.
Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri:
vedi se percorro una via di menzogna
e guidami sulla via della vita.

20 maggio 2007

(due) Anime.



Giro. Ri-Giro. Raggi di intesa. Se non altro, siamo tornati più vicini. Ed eccoci, qui, alieni tra gli alieni. Disturbati nel sonno, consci del perché, assuefatti all'idea che tutto possa essere così, però il naso verso l'alto, odore della porta. Chi ci ha parlato, ha detto cose chiare. Ora, dobbiamo girare e rigirare la chiave. Perchè dobbiamo entrare, e chiudere la porta dietro di noi.
Tienimi la mano, teniamoGli la mano, un due, pronti per il volo, più vicini.
Abito ora nell'ultimo piano prima del sonno. Approfondisco ora l'odore di cose sapute da sempre.
Il momento del ricordo affligge spesso la ragione: torneremo e avremo capito.
Si oscura la mia parola, perché la parola della memoria è sempre nota solo al cuore.
Per questo, "mi ricordo" di te.
Tu sai. Io riferisco. Annienta spiriti erranti. Ballano come cavallette bisognose di forza. La chiave è rivelata.
Per pregare è sufficiente pregare. Tu credi che ci dissolveremo?
Credo di no: credo che, per quanto sia facile non farlo, attraverseremo insieme il ritorno, accettandoci in unità.
Perchè l' UOMO è composto di spirito, anima e corpo, e amore, quando l'occhi ricorda, le orecchie riconoscono, il cuore si stringe e ferma l'esperienza: da qui tutto parte, e tutto parte per tornare.
Si, oscura la parola quando la memoria si solleva alle porte del sonno.
È l'ultimo piano prima del sonno quello che svela gli arcani.
Io, arcano. Arcano dell'io, sormontato da Dio.
Ascolta le parole che già conosci, cederemo buona parte di noi allo Spazio infinito, lasceremo il tempo in tempo utile per non vederlo chiudersi su sé stesso.
Aperte fratture nella spirale del tempo, di là del Tempo il Grande Spazio.
Ruota matura.
Senso senza direzione.
Amen.
In trasparenza, la nostra eternità.

(Due anime, immagini e suoni del Regno)

19 maggio 2007

LA DANZA. Destruct



(Destruct, immagini e suoni del Regno)

ANIMA.....

Gesù disse: "Mi sono trovato in mezzo al mondo, e mi manifestai loro nella carne. Li trovai tutti ubriachi; tra essi non ne trovai alcuno assetato. E l'anima mia è tormentata per i figli degli uomini, perché in cuor loro sono ciechi e non vedono: vennero nel mondo vuoti e cercano di uscire dal mondo vuoti. "Ma ora sono ubriachi. Allorché avranno vomitato il loro vino, allora faranno penitenza".Gesù disse: " Se la carne pervenne all'esistenza a motivo dello spirito, è una meraviglia. Se lo spirito è pervenuto all'esistenza a motivo del corpo, è una meraviglia delle meraviglie. Ma io mi stupisco che una tale ricchezza abbia preso dimora in questa povertà ".
(dal Vangelo di Tommaso)

16 maggio 2007

ANIMA...

Ho smesso di cercare l'anima. L'anima mi ha trovato: ed io ho paura.

ANIMA..

"L'anima non vede, nella vita, se non ciò che è già nell'anima stessa. Non crede se non nella propria vicenda, e quando sperimenta qualcosal'esito diventa parte di essa." (Kahil Gibran)

ANIMA.

Il soffio vitale che spinge ogni cosa mi suggerisce di non fare ostacolo, da me, alla direzione pura dell'esistere: pura perchè nella Verità.
La grande occasione è rivelata: ora dobbiamo comprendere gli ultimi dettagli.
Noi siamo qui perchè l'ignoranza possa sparire dal nostro cuore, l'ignoranza di ciò che dobbiamo fare.
Siamo qui perchè i nostri debiti ci siano rimessi. E per rimettere i debiti ai nostri debitori.
Solo questo.
Perchè?
Perchè nel cuore di ogni uomo si conserva il seme della propria luce, della propria pace, della propria gioia, il seme portato dal soffio, il seme senza giudizio. Perchè non c'è gioia nel giudizio, ma solo nella redenzione, solo nel tornare nel posto più bello, solo nell'aver scoperto nel proprio cuore una corrente d'aria calda che scuote le vertebre, ridimensiona ogni punto di vista, l'io sta crollando, e io si diverte a vedersi per come è, man mano che si diluisce nel soffio.
Anima.

11 maggio 2007

Potrebbe esserci un tempo, forse solo un lasso di tempo, in cui ogni dubbio, ogni angoscia, verranno sollevati dal mio cuore.
Il cuore.
I Cristiani sono spesso rivolti al cuore e così i seguaci del Profeta.
La via del cuore. Il mio cuore.
Perchè, il mio cuore?
A volte, senza sentirlo, lo vedo pulsare. Il sangue ribolle, il cuore, e penso "come sarà", "me ne accorgerò", e il pensiero della morte del mio corpo che un po' mi fa sorridere.
Mi fa sorridere. Perchè la prima immagine di me, dopo che il mio cuore di carne si sia arrestato, la prima immagine di me è quella di un sorriso largo che vola e annusa odori nuovi, l'odore permanente di ciò che riempie il cielo, perchè il cielo è pieno e la lotta è forte per guardare nella direzione giusta che è il mio sorriso. In volo. Non voglio essere trattenuto dal pianto. Se pianto dovesse essere.
Ma sarà il mio sorriso nel vapore. A volte succede così: dunque, per qualche istante (molti) cerco di incontrarmi al di fuori di me, è vero, è bello, è leggero, e soave, mi incontro fuori di me, mi osservo e mi parlo. No, l'intelletto rimane indietro e osserva "è la mente che ha la visione", io, io, io, mi rendo consapevole di non essere se non nei limiti infiniti della Sua volontà. Che sfugge.
Come faccio a dimostrarlo?
Bene, il cuore, di nuovo il cuore, dimostra ogni cosa.
Alla fine, credo in modo non vago che ogni cosa debba essere vissuta nella misura che le è propria, nella giusta intensità che è solo sua: quindi, il sogno è un accadimento sul piano di là di ciò che è di qua.
“Il regno dei cieli è dentro di voi, e intorno a voi.”
Questa è la chiave, questa è la misura della cruna dell'ago: la consapevolezza che il nostro io si muove nel grande spazio dell’anima.
Qui, non è solo un problema morale, la morale è solo uno strumento. Qui, è un problema di sostanza. Qui, si tratta di capire, una volta per tutte, che la mia esperienza esistenziale (nella sua complessità) si trasmette all’anima, alla “sostanza-anima”.
Come questo accade, è il vero mistero.
Dunque, io Ti chiedo di proteggermi, di proteggere la mia anima, le anime di coloro che amo, le anime dei miei amici, di quelli che sono qui, di quelli, dolcissimi, che sono di là, (o qui), di proteggere chi non mi ama, chi non amo, perché è importante, sopra ogni cosa, che alla luce non venga sottratta luce. Non possiamo permettercelo.
Qui, ci si sforza a dire Chi sei, che fai, che vuoi.
Che cosa posso dire io se non che Tu non la pensi come me. La nostra sapienza è Tua stoltezza. No?
Ciò che si determina così, è libertà.
Voglio tornare. La morte non esiste.
È solo il cuore che decide di trasferire la propria esperienza su di un piano più leggero. Non c’è morte reale. Non si muore mai. Ritorniamo per non morire.
Ci sono due vie della Grazia (apostasia): la prima è il ritorno immediato alla Casa del Padre.
La seconda via della Grazia è condividere le ghiande con i porci, prima di far ritorno alla Casa del Padre.
Poiché condividendo le ghiande con i porci, nasce in me l’Amore.
Agape.
Chi non rinuncia, non vive.
Chi vince, sempre perde.
Io mi libero di me. Non piangete, il tempo è il male di cui liberarsi. Mi sto distaccando. Febbre e soluzione.
Non gioco con le parole. Suffrago la sensazione più grande: che, in fondo, so di non dover morire mai.
Follia?
Sì, la mia follia è la Tua sapienza. No?
La sapienza di Dio.
Io so, e nel dirlo realizzo ciò che so di sapere, che le azioni migliori, quelle scelte lungimiranti che ti fanno dire “ECCO PERCHÉ”, quelle io le compio senza di me.
So che i linguaggio adeguato lo comprende solo il cuore.
Chi perde, vince.
Voglio perdermi.
Voglio che tu ti perda. È giusto questo il tempo che le cose esteriori tornino con quelle interiori, e lo ripeterò.
Non possono esser più separate, non c’è ragione di bere aria da bicchieri vuoti, non c’è motivo di pensare di poter bere aria.
Amen. Dove apostasia?
Nel dar torto alla parola degli uomini.
Amìn.

09 maggio 2007

Ho perso lo sguardo, dov'è il mio sguardo?
Invece di guardare, lo sguardo si è perso.
C'è una direzione, una sola direzione nelle cose, difficile ammissione.
Mi chiedo quando capirò ciò che so.

A casa. Quando ritorno a casa, riconosco le stelle, vedo tutte le cose più dolci, l'emozione delle emozioni, quando ritorno a casa gli oceani diventano così piccoli che l'unghia li copre.
A casa: me ne accorgo perchè ad ogni passo posso decidere di ricordare e quando ricordo, vedo, ci sono mobili vecchi, case già viste, persone che conosco ma potrei girare ovunque per trovarle ma non le troverei, ora.
A casa è il ritorno, dove si ritorna è il librarsi alti, e questo accade nella coscienza, nello spirito, ed è sostanza in movimento: vorrei solo sapere come si trasmette l'azione all'anima, dove è l'impronta, come si registra l'idea, la speranza, il dolore, la delusione, l'amore.
Sì, l'amore come finisce sull'anima.
Ciò che salva è la volontà dell'anima.
A casa, si spengono le luci, le coperte sono fredde, non impiegherò molto per riscaldare, la mia scala è già calata, poggia poco solida nel mio cuore, attento salgo più che posso, riscalderà anche l'ultimo gradino.
Che cosa c'è dopo l'ultimo gradino del sogno: la consapevolezza di me.
La memoria.
La lunghezza del tuo naso indica la distanza tra il tuo corpo che dorme e la tua anima vigile; accade così, che essa lo osserva attentamente, con affetto, e va via, salta veloce fuori, ma a volte il tuo corpo sa di dover avere paura e stringe forte, soffoca, "vieni qui"ed essa risponde pacata "non lo decidi tu", "neanche tu!".
Eppure, io so che il legame con il tutto è meno sottile di quanto io penso e credo di pensare.
Ho visto una costruzione in pietra. Gente che non ricordo. Lo conosco perfettamente, il luogo.
Tu, ricordi?

28 aprile 2007

L'anima attraversa gli spazi con notevole agilità, stanotte, per esempio, un intero oceano sembrava ridursi nell'istante del desiderio di superarlo.
Insomma, qui si tratta di ammettere che tutto esiste.

27 aprile 2007

VANITÀ DELLE VANITÀ

Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità, tutto è vanità.
Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affannoper cui fatica sotto il sole?
Una generazione va, una generazione vienema la terra resta sempre la stessa.
Il sole sorge e il sole tramonta,si affretta verso il luogo da dove risorgerà.
Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana;gira e rigirae sopra i suoi giri il vento ritorna.
Tutti i fiumi vanno al mare,eppure il mare non è mai pieno:raggiunta la loro mèta,i fiumi riprendono la loro marcia.
Tutte le cose sono in travaglioe nessuno potrebbe spiegarne il motivo.Non si sazia l'occhio di guardarené mai l'orecchio è sazio di udire.
Ciò che è stato saràe ciò che si è fatto si rifarà;non c'è niente di nuovo sotto il sole.
C'è forse qualcosa di cui si possa dire:«Guarda, questa è una novità»?Proprio questa è gia stata nei secoliche ci hanno preceduto.
Non resta più ricordo degli antichi,ma neppure di coloro che sarannosi conserverà memoriapresso coloro che verranno in seguito.

Dal Qoèlet

25 aprile 2007

Al-Infitâr (Lo Squarciarsi)

In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
1 Quando il cielo si squarcerà
2 e saranno dispersi gli astri
3 e confonderanno le loro acque i mari
4 e saranno sconvolti i sepolcri,
5 ogni anima conoscerà quel che avrà fatto e quel che avrà trascurato!
6 O uomo, cosa mai ti ha ingannato circa il tuo Nobile Signore
7 Che ti ha creato, plasmato e t'ha dato armonia
8 e Che ti ha formato nel modo che ha voluto?
9 No, voi tacciate di menzogna il Giudizio,
10 nonostante [veglino] su di voi dei custodi,
11 nobili scribi,
12 ben consci di quello che fate.
13 In verità i giusti saranno nella Delizia,
14 e in verità i peccatori nella Fornace
15 in cui precipiteranno nel Giorno del Giudizio,
16 senza potervi sfuggire.
17 Chi mai ti farà comprendere cos'è il Giorno del Giudizio?
18 E ancora, chi mai ti farà comprendere cos'è il Giorno del Giudizio?
19 Il Giorno in cui nessun'anima potrà giovare ad un' [altra] anima in alcunché. In quel Giorno [tutto] il potere apparterrà ad Allah.

18 aprile 2007

"NELL'INTIMO DI UN UOMO DI LUCE C'È LUCE E ILLUMINA TUTTO IL MONDO."

Se vuoi, se sai chiedere, puoi guardare. È lì che giace la spiegazione di ogni cosa: nel primo pensiero del mattino, nell'ultimo della sera.
Chiedi di poter sempre capire che ogni cosa è più vasta di quel che vedi.
Tu, ora, capirai.
Il grande tesoro è nel piccolo senso delle cose.
Ora, le luci devono essere spente, dobbiamo imparare a vedere.
Ora, la musica deve interrompersi, per un po', perchè sovrasta il silenzio ogni cosa.
Ora, la danza è chiusa. I pianeti sono fermi, è tutto silenzio.
Se solo potessimo amarci di più!

14 aprile 2007

IN SEGRETO.

[...] la materia sarà distrutta, oppure no? Il Salvatore disse: " Tutte le nature, tutte le formazioni, tutte le creazioni sussistono l'una nell'altra e l'una con l'altra, e saranno nuovamente dissolte nelle proprie radici. Poiché la natura della materia si dissolve soltanto nelle radici della sua natura".
Pietro gli disse: Giacché ci hai spiegato ogni cosa, spiegaci anche questo. Che cosa è il peccato del mondo? ". Il Salvatore rispose: "Non vi è alcun peccato. Siete voi, invece, che fate il peccato allorché compite azioni che sono della stessa natura dell'adulterio, che è detto "il peccato".
"Per questo motivo il bene venne in mezzo a voi, nell' essenza di ogni natura per restituirla alla sua radice . E proseguì dicendo: "Per questo vi ammalate e morite, perché voi amate ciò che è ingannevole, ciò che vi ingannerà. Chi può comprendere, comprenda"
"La materia diede origine a una passione senza uguali, che procedette da qualcosa che è contro natura. Ne venne allora un disordine in tutto il corpo. "Per questo motivo vi dissi: Fatevi coraggio! Se siete afflitti, fatevi coraggio, in presenza delle molteplici forme della natura".
"La pace sia con voi! Abbiate la mia pace! State all'erta che nessuno vi inganni con le parole: "Vedete qui" o "Vedete là. Il Figlio dell'uomo è infatti dentro di voi. Seguitelo! Chi lo cerca lo trova.
"Andate, dunque, e predicate il Vangelo del Regno. Non ho emanato alcun precetto all'infuori di quello che vi ho stabilito. Né vi ho dato alcuna legge come un legislatore, affinché non avvenga che siate da essa costretti".
"Come possiamo andare dai gentili e predicare loro il Vangelo del Regno del Figlio dell'uomo? Se essi non risparmiarono lui, come saremo risparmiati noi? S'alzò allora Maria, li salutò tutti, e disse ai suoi fratelli: " Non piangete, non siate malinconici, e neppure indecisi. La sua grazia sarà per intero con voi e vi proteggerà. Lodiamo piuttosto la sua grandezza, giacché egli ci ha preparati e fatti uomini"
Pietro disse a Maria: "Sorella, noi sappiamo che il Salvatore ti amava più delle altre donne. Comunicaci le parole del Salvatore che tu ricordi, quelle che tu conosci, ma non noi; quelle che noi non abbiamo neppure udito". Maria rispose e disse: "Quello che a voi è nascosto, io ve lo comunicherò".
"Io, disse Maria, vidi il Signore in una visione, e gli dissi: "Signore, oggi ti ho visto in una visione". Egli mi rispose e disse: "Beata, tu che non hai vacillato alla mia vista. Là, infatti, ove è la mente, quivi è il tesoro". Io gli dissi: "Signore, adesso dimmi: colui che vede la visione, la vede attraverso l'anima oppure attraverso lo spirito?"
"Il Salvatore rispose e disse: "Egli non vede attraverso l'anima, né attraverso lo spirito, ma la mente, che si trova tra i due, è quella che vede la visione e..." ".
" ... E la bramosia disse: "Non ti ho vista quando sei discesa, ora invece ti vedo mentre sali in alto. Come mai, dunque, tu mi menti dal momento che mi appartieni?". L'anima rispose: "Io ti ho veduta, mentre tu non mi hai né vista né conosciuta. Io ti facevo da vestito, ma non mi hai riconosciuta". Ciò detto, ella se ne andò via allegra e gioiosa.
"Andò poi dalla terza potenza che si chiama ignoranza. Questa domandò all'anima: "Dove Vai? Sei stata presa nella malignità, ma sei stata presa. Non giudicare!". L'anima disse: "Perché mi giudichi, mentre io non ho giudicato? Io sono stata presa, sebbene io non abbia preso. Non sono stata riconosciuta. Ma io ho riconosciuto che il tutto è stato disciolto, sia le cose e nature terrestri sia le celesti".
"Dopo che l'anima ebbe lasciato dietro di sé la terza potenza, salì in alto e vide la quarta potenza. Essa aveva sette forme. La prima è l'oscurità; la seconda è la bramosia; la terza è l'ignoranza; la quarta è l'emozione della morte; la quinta è il regno della carne; la sesta è la stolta saggezza della carne; la settima è la sapienza stizzosa. Queste sono le sette potenze dell'ira.
"Esse domandarono all'anima: "Da dove vieni, assassina degli uomini? Dove sei incamminata, superatrice degli spazi?". L'anima rispose e disse; "Ciò che mi lega è stato ucciso, ciò che mi circonda è stato messo da parte, la mia bramosia è annientata e la mia ignoranza è morta. In un mondo sono stata sciolta da un mondo, in un typos da un typos superiore, dalla catena dell'oblio, che è passeggera. D'ora in poi io raggiungerò, in silenzio, il riposo del tempo, del momento, dell'eone"
Ma Andrea replicò e disse ai fratelli: "Dite che cosa pensate di quanto ella ha detto. Io, almeno, non credo che il Salvatore abbia detto ciò. Queste dottrine, infatti, sono sicuramente insegnamenti diversi".
Riguardo a queste stesse cose parlò anche Pietro. Egli li interrogò in merito al Salvatore: "Ha egli forse parlato realmente in segreto e non apertamente a una donna, senza che noi lo sapessimo? Ci dobbiamo ricredere tutti e ascoltare lei? Forse egli l'ha anteposta a noi?",
Maria allora pianse e disse a Pietro: "Pietro, fratello mio, che cosa credi dunque? Credi tu che io l'abbia inventato in cuor mio, o che io menta riguardo al Salvatore? ".
Levi replicò a Pietro dicendo: "Tu sei sempre irruente, Pietro! Ora io vedo che ti scagli contro la donna come fanno gli avversari. Se il Salvatore l'ha resa degna, chi sei tu che la respingi? Non v'è dubbio, il Salvatore la conosce bene. Per questo amava lei più di noi. Dobbiamo piuttosto vergognarci, rivestirci dell'uomo perfetto, formarci come egli ci ha ordinato, e annunziare il Vangelo senza emanare né un ulteriore comandamento, né un'ulteriore legge, all'infuori di quanto ci disse il Salvatore".
Quando Levi ebbe detto ciò, essi presero ad andare per annunziare e predicare.

10 aprile 2007

IL TERZO VELO.

Questa notte sognerò, e il sogno cambierà il corso delle cose. Perchè ho capito dove porterà il vedere, il sentire di più, lo spalancare gli occhi di fronte all'esperienza, vasta esperienza è quell'anima, la ragione ne percepisce solo una parte. Il senso del vuoto si stringe intorno ad una idea della vita che è la vita stessa, nella sua realtà: un passaggio, mi guardo passare, io sono un passaggio per me stesso.
Devo capire, ogni giorno di più, come farò stavolta a scendere dal treno. Giuro che non lo sapevo, non potevo immaginarlo.
Sento odori che non posso conoscere, sto trovando la spiegazione a tante cose. Perchè una strada diritta di passaggio, con una casa grigia, mi ricorda qualcosa.
Ogni volta che passavo di lì, ritornavo a casa.
Che cosa mi spinge a tornare
A volte, la luce cade, ed è una cascata di colori, che invade, luce che cade, l'anima ha il suo respiro, tutto intorno cerca di alterarlo.
A volte,la luce cade e il sogno è solido.
Guarderò con stupore il rendiconto di questa vita, proiettato nel mio cuore.
Chi non dovesse comprendere, guardi non il primo velo delle sue pupille, non il secondo, ma il terzo: dietro troverà un ricordo.

05 aprile 2007

VISIONE D'INSIEME.

Eh si, capita spesso che bambini muoiano con violenza, e le madri li concepiscano per indifferenza. Ma i bambini fluttuano per le strade, i piedi nell'aria. Un suono sordo, crudele, spacca il rumore, i marciapiedi sono pieni di sangue, e molti in ginocchio, chiedono perdono. C'è un enorme vuoto che attraversa il cielo, l'occhio di un ciclone ma non lo è, è vuoto vero, e gli uomini di legge inseguono tutti e sparano sparano distruggono.
Hai concepito male il tuo tempo?
Realizza che ne uscirai solo con la spada!
Mi danno noia, tutti questi che reclamano diritti di ogni genere.
C'è bisogno della parte migliore di noi, la nostra crudeltà!
Realizza che ne uscirai soltanto con la spada!
Ho guardato bene dentro i miei occhi e non ho trovato nulla se non una città in fiamme.
È la mia guerra persa, mai combattuta.
Hai vinto tu. Sono diventato la parte migliore di me, la mia crudeltà.
Guarda come cado!
Guarda come cado!
Ah ah, è una caduta formidabile? Ehi mica tutti cadono così!
Sono stanco, per quanto voglia sforzarmi di essere migliore di ieri non ci riesco!
Mi annoia la tolleranza in tutte le sue forme: si, mi annoia. E l'altra guancia è ipocrita! Come la prima, come la mano che la schiaffeggia!!!
Voglio che le cose brucino! Non voglio che cambino! Voglio solo che brucino!
Voglio completare la mia caduta.
Che è la vostra caduta.
E la vostra caduta è la mia.
Perderemo......................................................................

Ora solo qui, al centro esatto della Croce, l'onda di marea si abbassa, trova una spiaggia di sabbia chiara, e pulsa, acqua viva, e si posa dolcemente.
L'onda di marea è calda e forte, accarezza e trascina con Sè, per dirmi: "La strada è spianata, devi solo percorrerla!".
Morirò saggio. Perchè non avrò paura.

01 aprile 2007

La Conoscenza di Dio è Amore di Dio. Ciò che comunica all’Uomo in eterna caduta e ritorno è la possibilità. Tutta la nostra vita è una possibilità: una su una.
Il problema è ora riportare insieme le cose interiori e le cose esteriori: lo spazio è pieno, il tempo un’attesa.
È nella settima dimora che si rivela il Re.
È lì che l’Amore e la Conoscenza di incontrano, si uniscono di nuovo: poiché è nella perdita dell’Amore per JHWH che Adamo-Eva perdono altresì la Conoscenza.
Conoscenza di sé, conoscenza di me, non è dato sapere se non per mezzo della Grazia: lo Spirito di Verità agisce nel grembo della Madre, la nostra anima riceve non se vuole ma se può per Grazia.
È pericolo per la Storia la perdita dell’identità dell’Uomo: ciò che scopre l’Uomo dentro di sé è l’anima creata, ospite dell’Ospite, inabitazione, lucida sensazione che sia proprio lì, mi faccio da parte perché cresca.
Solo la Grazia decide per Sé stessa e il mio piccolo sé.
Chiedo di conoscere, ma io finisco con la domanda, solo la Grazia decide la Gnosi.
È tempo di riportare le cose interiori insieme a quelle esteriori.
L’Alleanza deve essere ripristinata nella Conoscenza dell’Amore infinito.
Dentro ognuno.
Conoscere è Grazia, Grazia è poter comprendere, Grazia è anche il ritorno, ritornare è per conoscere, maggiore conoscenza è realizzazione della Via, non c’è contrasto, la Grazia genera la Gnosi, io ricucio.
Dentro ognuno, il grande peccato è la perdita dell’Amore, dentro ognuno il grande peccato è la perdita della Verità.
La Verità è l’Amore, in ognuno di noi, che non è il nostro amore: il Principio abita in noi, ma è fuori di noi.


31 marzo 2007

ARCANO D'AMORE.

Mi chiedi chi ama davvero? Chi è in preda alle pene.
E quale organo scherza quando il cuore è ansioso?

La medicina che cura l'amore non si trova dall'erborista:
resta un mistero divino al pari dell'astrolabio.

Correte pure, insensati, rincorrendo passioni effimere,
ma guai a voi se l'Amore regale d'improvviso vi ghermisce.

Ma come pretendete che quell'Amore sia descrivibile,
se spesso ci fa vergognare delle nostre stesse parole?
Pensate che le parole ve lo rendano più presente,
mentre quell'Amore è bello come Mistero inesplicabile?

Certo, corre la penna mentre vergo queste sue lodi,
ma se scrivo di quell'Amore la sua punta si spezza.
Ecco, guai a scrivere sull'amore sublime!
S'infrange la penna, e la pergamena si lacera.

L'intelletto s'affanna, eppur non lo comprende:
sì, solo l'Amore spiega quel suo mistero agli amanti.

Potrebbe forse il Sole splendere senza Luce?
O mia Lampada, se lo scorgi non distogliere lo sguardo.
La sua traccia è resa manifesta dalle ombre,
ma solo il suo splendore ha alito di vita.

L'ombra induce al riposo, come le confidenze serali,
ma quando il Sole sorge all'alba la Luna viene spaccata.
Nulla al mondo ferisce più nel profondo,
ma il Sole dell'Anima mia non tramonta e non ha passato.

Il cielo di questo mondo ci mostra un unico sole,
ma un cielo dai soli molteplici chi ci vieta d'immaginarlo?

Eppure il Sole dell'Amata non s'interseca col firmamento:
nessuno l'ha mai visto, né in astratto, né in concreto.
E' Amore d'Unione, essenza inconcepibile;
non lo comprende l'intelletto, né lo coglie lo sguardo.

(Mevlana RUMI)

24 marzo 2007

LA VITA NON SARA' PIU' LA STESSA.



La vita non sarà più la stessa. Agisce così: ho un dubbio, una paura,
un'angoscia, è lì che risponde in modi, diversi, ma tutti sono un modo solo.
La vita non sarà più la stessa.
Perchè la conoscenza passa per il cuore, e la vita non sarà più la stessa per questo.
Segue ogni passo, più leggero dell'ombra. Si è fatto scoprire: la vita non sarà mai più la stessa.
Nell'angolo remoto è la verità.
Le vite non saranno mai più le stesse. Una in tante. Fino all'Uno.

(Suoni e immagini del Regno: Parallele della Vita vol. 2)

21 marzo 2007

RITORNO AL GETSÈMANI.

Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: "Sedetevi qui, mentre io prego". Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate". Poi, andato un po' innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. E diceva: "Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu". Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: "Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole". Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli.
Venne la terza volta e disse loro: "Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino".
E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. 44Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: "Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta". Allora gli si accostò dicendo: "Rabbì" e lo baciò. Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono. Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio. Allora Gesù disse loro: "Come contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi. Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture!".
Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono. Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo. (Mc 14, 31-52
)

Marzo 2005: ero di spalle alla Tv mentre cenavo, e ascoltavo uno dei tanti servizi sulla morte di Wojtyla. Era, con precisione, un’intervista ad un sacerdote, intimo amico del Papa, che ricordava come Woytila insistesse molto, dal punto di vista pastorale e teologico, sulla tematica del Getsèmani: Wojtyla, diceva l’amico, esortava a ritornare al Getsèmani.
Il ritorno al Getsèmani!
Per quanto ne sapessi, sapevo solo che al Getsèmani il Cristo sudò sangue, il tremore di Cristo nell’ora dell’adesione al disegno finale di Dio per Lui e per l’Uomo.
Il Getsèmani!
Ebbi una vertigine, sudai, mi si riempirono gli occhi di lacrime, il Getsèmani, una voragine al cuore, una fitta alla punta del cuore, che cosa era il ritorno al Getsèmani, che successe al Getsèmani, che commozione, che gioia, che spavento, mi sentii come una membrana schiacciata al pavimento, mi passò l’appetito, ebbi nausea, fu forte, molto forte, il Getsèmani, che faceva Cristo al Getsèmani, dove ero stato io fino a quella vertigine? Come avevo vissuto, guardato la vita, chi ero in realtà, chi erano le persone che avevo amato, quelle che amavo, che amo, chi sono, che cosa è questa malinconia, il Getsèmani, perché mi sono rifiutato di vedere ciò che era sotto i miei occhi, oddio, non finisce questa emozione, ero qui per sentire questo, Tu mi hai fatto cenare a quest’ora diversa dalla solita perché io potessi ascoltare questo, Tu così trafiggi il cuore, e richiami a Te ciò che Ti appartiene, il Getsèmani, perché, come si ritorna al Getsèmani e fare cosa, sono ancora in tempo, dov’è?
Il Getsèmani.
Mi guardai allo specchio e notai di aver gli occhi rossi come se avessi pianto tanto, e dentro di me, lo avevo fatto.
Dove ero stato? Come avevo fatto a non accorgermene prima?
Apro la Bibbia, leggo del Getsèmani, che cosa accade? Pietro, Giovanni e Giacomo si addormentano mentre Cristo prega il Padre di allontanare da Lui il calice amaro della sofferenza, mentre chiede al Padre che sopra ogni cosa sia fatta la tua volontà, Pietro, Giovanni, Giacomo e Daniele si addormentano perché sono stanchi, e il Signore li chiama due volte per svegliarli e che siano vigili, pregando, ma loro dormono, e vedo Daniele che è quello che dorme più degli altri, alzarsi però a un punto e andare verso il Cristo che è in ginocchio a pregare e Gli chiede “Perché tremi?” e Lui gli rispose “Tremo all’idea che tu possa, dormendo, perdere il momento in cui si girerà la Chiave, al Centro della Croce!”, “Quale porta aprirà, mio dolce Signore?” e il Cristo gli disse “Quella più stretta e difficile, il tuo cuore!”, “O mio dolce Signore, perché mi dici questo? Perché è difficile da aprire il mio cuore?”, “Perché mi vedi tremare ma soffri per te!”, “Che cosa posso fare per alleviare la Tua sofferenza, dolce Signore?”: “Lìberati.”
“Perché? Non sono libero?”
Il ritorno al Getsèmani. Mi creai un simbolo del ritorno al Getsèmani, cammino di Santiago nell’estate 2005, di cui non parlo se non raramente, perché viene confuso troppo spesso per una maratona goliardica: il cammino di Santiago ha tracciato la strada in terra del ritorno al Getsèmani, ma in cielo………io sono qui, da allora, al Getsèmani a chiedermi sempre “perché? Non sono libero?” e Lo vedo andare via continuamente, portato sulla via della Croce, e poi tornare, pieno di Luce, a chiedermi “Capisci perché non sei libero?” ed io sempre rispondo “Perché non ho il coraggio di chiederti la Chiave!” e Lui sempre mi stringe forte e mi dice “Resto qui con te, e non dormirò, ti aiuterò a chiederMi la Chiave”.
“Sì”.

17 marzo 2007

LA GIOIA PIU' GRANDE.

"Per questo io vi dico: Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete. La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete! Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto? Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede? Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l'animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.
Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.”

DOVE NON RIUSCIRÀ L'ODIO.

Accade così, che a tarda sera l'anima vada dov'è stata per tutta la notte precedente. E ricorda. Ricordi oltre la memoria.
È una nebbia frequente, ascolto voci di bambini, si annidano nelle cavità.
Sei scesa dal treno in tempo per vedermi sparire nella folla. I saltimbanchi conservano la propria identità nel tempo.
Silenzio. Perchè è così vivo?
La memoria esige silenzio. Attraverso, è realizzazione.
Quid est veritas? Nel silenzio la risposta.
Le fiamme ardono dolci, ai lati delle strade, la sensazione è che tutti si siano ritrovati intorno ad una preghiera sommessa: "Nostro Signore, custodisci la pace nei nostri cuori".
Arrivata all'uscita, realizzasti: si compie una parte del tempo, il resto si smarrirà per secoli fino al grande amore, ove ogni cosa sarà riconoscibile.
"Come faremo a riconoscerci?"
"Perchè ci sembrerà ad un punto di aver trovato la strada giusta...le cose non dette troveranno anche loro il loro spazio".
"Come si fa a riconoscersi?"
"Dove non riuscirà l'odio".
Mi chiedo, in questi giorni, perchè non abbia compreso, prima, di essere una membrana.

11 marzo 2007

LA VIA D'USCITA.



Noi lo sappiamo che questo è un ricordo.
La memoria dell'anima è estesa; guarda, ascolta, non dimenticare.
Non eravamo soli. Ci sono stati problemi, non abbiamo completato: la colpa è mia.
Guarda attentamente, ricordati di te.
Attraverso il tempo ci siamo ritrovati.
Che questo sia l'ultimo passaggio: voglio pagare fino all'ultimo quadrante.
La Grazia è la Via d'uscita.

(Suoni e immagini del Regno: Parallele della Vita vol. 1)

09 marzo 2007

ECCE HOMO.


“Esistono menti che si interrogano,
che desiderano la verità del cuore, la cercano,
si sforzano di risolvere i problemi generati dalla vita,
cercano di penetrare l’essenza delle cose e dei fenomeni,
e di penetrare in loro stesse.
Se un uomo ragiona e pensa bene,
non ha importanza quale cammino
egli segua per risolvere questi problemi,
deve inevitabilmente ritornare a se stesso,
ed incominciare dalla soluzione del problema
di che cosa egli stesso sia
e di quale sia il suo posto nel mondo attorno a lui.”

G. I. Gurdjeff

04 marzo 2007

L'IDEALE.



L'ideale è via stretta.
Accade sempre che Eden si chiuda sotto la spada del grande Angelo. Accade tutti i giorni.
L'uomo millanta deità.
Ed io non tenterò una volta di più di sopravvivere a me stesso. Mi turba tutto questo. Il movimento è una espansione chiara della ragione: c’è logica in ogni cosa, c'è logica in ogni "caso".
Avverto la dissonanza estrema del ritiro, è proprio l'onda che si ritira e che indolente attende che la secca passi, per andare oltre.
La secca in oceano è poca cosa, ma per l'acqua che lì si ferma è sofferenza.
Sento l'odore della sabbia.
Sconcerto e vibrazione, ripete l'inno dorato delle sensazioni senza perché. Riscuoto il debito, non è ancora pagato, ne creo altro forse così.
L'ultimo quadrante è mirabile certezza della misericordia: perché poteva non esserci l'ultimo quadrante, ma solo caduta.
Lucifero per un solo atto di disobbedienza è caduto, aprendo un buco nei cieli, fino all'Inferno, per un solo atto di disobbedienza, poiché agli Angeli è nota la volontà di Dio: la conoscenza della volontà di Dio e la successiva disobbedienza condannano Lucifero.
Mi chiedo: dopo la Rivelazione del Verbo, la volontà di Dio è nota agli uomini?
SI.
Dunque, la nostra disobbedienza implica la nostra caduta.
La caduta continua, sfonderemo ancora più in basso.
Finché non avremo pagato fino all'ultimo quadrante.
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade.
Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?
E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni al carceriere e questi ti getti in prigione.
Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo quadrante». (Lc 12, 54-58)
Maranathà.

28 febbraio 2007

MARANATHÀ

Così, il tempo si è squarciato. Sono cadute pietre dal cielo, hanno colpito le galline nell'orto. Ricordo l'Angelo cantare la lode dell'Altissimo, aiutare l'infimo in me, il passaggio attraverso ogni porta che il tempo riveli: perchè il tempo rivela sè stesso come un'unica grande esperienza dell'anima.
Mi ripeto, perchè l'ho capito: il tempo è solo lo spazio di cui l'anima ha bisogno per muoversi.
Ci sono sette porte, per sette stanze, l'ultima porta si aprirà sulla Luce: io mi fermo qui, a meno di incidenti.
Ho bisogno della Luce.
Ho capito, è troppo chiaro per me, il senso di tante cose, l'anima è gigantesca, è sostanza dilatata che attraverso il proprio spazio, il nostro tempo con estrema facilità.
Da ora in poi, devo rafforzare la mia preghiera: devo proteggere.
Chi non accoglie non verrà accolto.
Qui, si gioca sull'eternità: chi scommette che ci sarà vita dopo questo passaggio.
Ora, ho capito, l'anima ha una memoria inestinguibile: ciò che pone freno alla consapevolezza totale del nostro essere è la debolezza della ragione, che mai potrebbe ammettere la propria eternità, essendo finita.
L'anima ricorda, e attraversa tutto.
Ho visto una carrozza di attori da circa, e una donna scendere con una orrenda gonna, con motivi floreali sull'arancione e nero, i capelli rossi, l'alito dolce, e la donna è molto carnale. Guardo che ci sono problemi, il vitto è poco, per 5 persone, però c'è qualcuno che non perder fiducia, ha i pantaloni rialzati sulle caviglie, e guarda in malo modo un nano, che corre su di una bici ad una ruota e sale sulla strada a ricordare che di lì bisogna andare via.
La donna è preoccupata. Visione di amore.
Chi non giace in sè stesso prescinde dalla verità.
E così mi sono presentato tante volte per riscuotere denaro prestato, e la mia bombetta sempre tirata a lucido come i miei baffi, chi non crede non vede.
La giustizia è perserverante, e debbo pagare "fino all'ultimo quadrante".
Ma io pago con la mia consapevolezza, Signore, pago vedendo ciò che mi fa sentire stretto il mio abito, pago afferrando una libertà di cui non riesco a godere.
Sollevami da me stesso. Prima che possa fare altri errori.
Così, ho sollevato qualche velo, ricordo è coscienza.
Non posso spiegare, non posso dire, non posso ammettere.
L'amore non finisce mai, e ritrova sè stesso.
Se potessi mettere tutte insieme le persone che conosco, quelle che amo, tutte guarderebbero negli occhi dell'altra la traccia di un colore, un calore, un odore già noto.
Maranathà.
Io allargo le braccia.
Non è vero che le cose degli uomini le decidono gli uomini, e le cose del cielo le decide Lui.
I piani sono convergenti: c'è azione, come in cielo così in terra.
Maranathà.

27 febbraio 2007

VITE.

Ciò che voglio dire è l'invito alla libertà, la vera libertà che ci rende più liberi degli Angeli, dolci angeli che custodiscono il segreto del suggerimento. La libertà dei Figli. La discesa non è terminata. La dolcezza è infinita, perchè mi chiede: PERCHÉ?
Perchè lo sai già? Perchè rifletti? Perchè cadi nel tuo riflesso?
Perchè Tu me lo hai fatto capire. Perchè riflettendoTi imparo. Perchè cadendo mi salverai.
C'è distruzione, morte, guerra: si consuma tutto in un solo istante.
Accade sempre. Ineluttabile. Chi vuole venir via?
Vieni tu?
Si allarga dietro di me, la mia anima. È macchia definita tuttavia.
Chi distoglie lo sguardo da ciò che era, perde la memoria. La memoria non è un fine, solo strumento tra i più facili da usare. Chi rigetta lo sguardo su chi è amato, perde.
Chi vince, perde. Chi racconta storie vere, mente. Chi raccoglie rifiuti, è ricco. Chi gioca, gioca. Il bagatto persevera. E io contrasto. Chi distrugge, costruisce. Chi soffia, respira. Chi restringe, aumenta.
La via è stretta e scomoda. Chi fa due passi?

Io mi guardo indietro e trovo lo spessore di ogni azione che compio ora: io affermo di esserci da un po'.

Se lasciassi intuire ai miei sensi la verità nascosta nelle mie azioni, i miei sensi non comprenderebbero, mi darebbero sempre una immagine distorcente della realtà, che è ampia, molto ampia, troppo ampia per esser ricondotta alla sola ragione.
Se lasciassi intuire la verità alla ragione la ragione avrebbe difficoltà.
Ho scavato il tempo, lo sto scavando. Emerge il passato, tempi lontani.
Rifletto, perchè io rifletto sul perchè di ogni evento: si genera da sempre.
Tutto accade in ogni momento: è dilatata la mia percezione delle cose. Si dilata ogni giorno di più_ogni istante.
Perchè? Come faccio a dirlo?
Io vado in trasparenza.
Io provo angoscia riservata al mondo. Per cose che ora non sono. Per cose che sono state, e ritornano.
Spiegherò solo al mio cuore quello che dico, perchè è difficile da spiegare.
Saltano i veli, e il rumore è fragoroso.
Io avverto che cresce il lato alto delle cose: starò attento a non cadere.
Se mi giudico dal mio punto di vista, vibra il convincimento di questo passaggio.
Io ne debbo uscire: io debbo essere fuori dal ciclo, io voglio ritornare al Padre che prepara per me il banchetto.
La fine della festa: giusto il tempo di salutarvi.
Io ho solo questa preoccupazione: non tornare e so che il passato ritorna, ed è vero, verissimo, a farmi ricordare che esiste un passato, un presente e un futuro e io posso scegliere.
Avverrà dentro di me la trasformazione: materia pesante che va via.
Questa notte, come l'altra, mi godrò i miei voli; giace lontana la spinta a non volare.
E giaccio in quest'onda di caldo che arriva da dietro, e mi ricorda.
Mi ricorda.
Chi è morto prima di me, è me.

21 febbraio 2007

C'È GIOIA NEL REGNO.

19 febbraio 2007

IN VIAGGIO, RICORDO........

In viaggio, ricordo l'estrazione di metalli preziosi, che ora non sopporto. Giravo bene le mani, e ora non le giro bene: che cosa ho chiesto agli altri con le mani aperte?
Avevo in testa un cilindro nero, e vestivo bene, a 60 anni sembravo giovane ancora.
Io, ora, chiedo scusa, anche per ciò che non ricordo. E sono sinceramente pentito delle stesse cose.
Non tornerò, se Iddio vorrà.

18 febbraio 2007

Onirica: Uno.

Nella sala di attesa di una stazione, prima di uscire fuori. Così, io sono qui. Il treno è arrivato. Debbo solo tornare.

Onirica.

15 febbraio 2007

NON PRIMA, NON DOPO.

Che possa essere questo il tempo in cui tutto accade, questo io lo so. Non sono sorpreso della retorica del pianeta che collasa su sè stesso, aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà, mi toglie il fiato, perchè non si scopre una sola volta la verità, si scopre continuamente, e l'emozione è la stessa, toglie il respiro, lo frena: inspiro lentamente (uno, due, tre) ed espiro allo stesso modo (uno, due), uno due tre, uno due, il battito sul respiro. Ed agisce, al di là del mio respiro.

In fondo, seppure non respirassi sarei vivo. E seppure respirassi, sarei morto.

La mia umanità, e anche la vostra, distingue per la morte. Perchè il passaggio è questo: provo a pensare per un po' di desiderare, e desiderando accedo, e accedendo mi preme sul cuore.

L'anima mi preme sul cuore perchè sa che interrompendolo sarà libera completamente. E il cuore fa male, perchè poi sa che l'anima non è libera. Ma il cuore è egoista, perchè sa che l'anima vuole uscire, e lui la trattiene.

La mia vita è diventata ricerca del continuo compromesso tra la mia anima e il mio cuore: perchè voglio che l'anima impari dal cuore, e il cuore diventi grande quanto l'anima.

Che è spazio eterno costretto in un tempo finito.

Guardate, che preme davvero per uscire. E io un po' mi diverto a farla recalcitrare, finchè non mi dice: sì, tu sai che io potrei, ma andrò via solo quando ciò sarà voluto realmente. E non da te.

Non prima, non dopo.

Intanto, così dice il compromesso tra eguali: nella veglia ti lascio la mia forza, nel sogno mi afferrerò al tuo cuore.
Il senso è già dato da questo.

Non prima, non dopo.

11 febbraio 2007

COLORI DEL SOGNO.

È un tonfo, neanche tanto sordo: si ascolta quando si è in ascolto, spezza il silenzio del sonno, è suono vivo, il colore è vivo, io sogno a colori, geme l'io e ha paura della novità: che io sono morto.

FUGE.

«Un fratello chiese al padre Matoes: "Che devo fare? La mia lingua mi è causa di afflizione: quando giungo in mezzo agli altri, non riesco a trattenerla, ma in ogni loro azione trovo da giudicarli e accusarli. Che devo dunque fare?" L'anziano gli rispose: "Fuggi nella solitudine. È debolezza infatti. Chi vive con dei fratelli, non deve essere un cubo, ma una sfera, per poter rotolare verso tutti". E disse: "Non per virtù vivo in solitudine, ma per debolezza; sono forti infatti quelli che vanno in mezzo agli uomini".» [Matoes, n. 13].

10 febbraio 2007

IO QUI PASSO, E VOI?

In fondo, danza con soavità, gira nei suoi veli e lascia uscire vita su vita.
Il derviscio lo ha capito bene, e il fraticello roteante lo stesso.
Il vortice è vita. Chiunque, chiunque risponda "no" alla domanda delle domande, perderà il senso stesso del viaggio.
Io qui passo, e voi?
La condizione è libera: non condizione.
Dietro di me è un'onda di calore. Forte che spinge, spinge me, e solleva vento nel vento.
Mi faccio da parte, lascio che operi.
Dopo tutto, il senso nascosto delle cose, lo è nascosto quando cerchiamo di considerare una spazio infinito dalla dimensione finita del nostro tempo.
Io mi libero del tempo quando cammino sull'aria. In preghiera, il tempo non è più. Rimane la realtà dello spazio infinito.
Odore di rivoluzione. Io qui passo, e ritorno.

07 febbraio 2007

ATANOR

La decisione diventa saggia quando realizza che una mano immensa accoglie il passo di strada, stretta e difficile.
Atanòr.

04 febbraio 2007

RICORDI

È un colore, ed un sapore.
Posseggo ricordi che non posso ricordare.
È lo strano languore di una inspiegata reminiscenza. Il cuore vibra.
Ti cercherò nella notte affollata del mio viaggio, per sollevarti al volo.
Tremore. Amore.
La spinta ad uscire verso la luce, questa volta, è notevole.
Tremore, al pensiero che possiate non comprendere.
La spinta è forte e preme al cuore. Ma debbo fare ancora tante cose. Deciderà la direzione stessa del viaggio.
Ho avuto figli tanto tempo fa. E una famiglia è lontana nel ricordo.
È tempo di tornare, ma non senza aver amato totalmente.
Solo amandoci, troveremo la porta insieme.

05 gennaio 2007

PREGHIERA.

Per tutto quello che hai creato, può esserci solo una preghiera semplice.
Il senso nascosto delle cose è la Croce: ammetto con me stesso, e soprattutto di fronte al tuo sguardo dolce, di aver perso del tempo utile per lasciar comprendere al mio cuore il Tuo Amore.
Parlo troppo di Te, forse troppo poco, dipende dal grado di silenzio di chi ascolta: più c’è silenzio intorno a te, più io parlo; laddove la Tua parola è ben udita, io taccio.
Risolleva la nostra anima, agisci ancora, più forte, dentro di noi.
Non cesserà l’ordine di questo mondo solo perché le nostre generazioni hanno creduto e credono di potersi ergere al Tuo occhio: non cesserà l’ordine che Tu hai dato all’Universo per l’arroganza di qualche principe violento e imbecille, per la stoltezza di qualche medico che non sana ma ammala, per la superbia dell’uomo-macchina che spinge sé stesso alla morte.
Io Ti chiedo ciò che Tu segretamente conosci.
Io Ti chiedo ciò che solo Tu segretamente conosci.
Io Ti chiedo la potenza d’amore sollevata a grado angelico, per essere più degno servitore.
Io Ti chiedo di sollevarci dall’angoscia e nel tempo che resta renderci liberi.

01 gennaio 2007

La CORONA

1In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2Egli era in principio presso Dio:
3tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste.
4In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5la luce splende nelle tenebre,
ma le tenebre non l'hanno accolta.
6Venne un uomo mandato da Dio
e il suo nome era Giovanni.
7Egli venne come testimone
per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8Egli non era la luce,
ma doveva render testimonianza alla luce.
9Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
10Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
11Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l'hanno accolto.
12A quanti però l'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
14E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
15Giovanni gli rende testimonianza
e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me
mi è passato avanti,
perché era prima di me".
16Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto
e grazia su grazia.
17Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18Dio nessuno l'ha mai visto:
proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre,lui lo ha rivelato.

La SAGGEZZA

Il luogo stretto. Attraverso questo spiraglio e mi trovo improvvisato ospite della Luce, dell'Amore.
In realtà, non è successo nulla in apparenza incomprensibile. È accaduto con esattezza ciò che è detto altrove, la Parola differenziata, che crea altra parola, sovrapposta ma giusto accanto all'altra.
Se io potessi......perchè sono fatto per potere, trasmutazione e dolore, il parto è difficile, ho avanzato ipotesi, raccolgo certezze indefinibili, ma luminose.
Non ho paura di morire.
Il luogo stretto è solo una forma di accesso. Raccolgo frammenti di Io e li associo liberamente, cercando di ritrovare il senso perduto delle cose ritrovate.
Gioco di sensi. Rispecchio un dato della personalità: alienazione di ciò che non occorre.
La mia massima aspirazione, quella per me che riguarda solo me, è la riduzione di me a cosa semplice e leggera.
Ecco, io voglio ridurmi alla mia anima, poichè sono uno dei tanti tra i pochi che la sua anima, tavolta, la vede.
Infatti, mi spoglia di notte, mi sovrasta durante il sonno e si lascia percepire a 33 centimetri sopra la mia faccia al risveglio, altre volte sta fuori, sul terrazzino e mi sente respirare nel sonno, il sonno, il sonno, quante cose accadono durante il sonno.
Io sono sicuro che almeno una cosa la facciamo: vicinanza al Padre.
Sì. Il suono diventa frammentato per essere poi ricondotto ad Uno.
Il luogo stretto è l'abito della Saggezza. Vi spiego: scartati i primi tre veli dal Nulla all'Infinita Eternità, il Respiro si propaga dall'alto verso il basso, come in cielo così in terra, e avvolge e compenetra ogni cosa e scendendo crea.
E poi ciò che è creato sente il bisogno di imboccare strade esatte per tornare alla Corona e di lì ammirare i veli ineffabili.
Mi rendo conto di chiudere gli accessi, così facendo, così scrivendo, ma sono ancora troppo presuntuoso per potervi aprire questi accessi, perchè aprendoli me ne sentirei padrone, e io non sono padrone di ciò che dico, di ciò che scrivo.
Se lo facessi non avrebbe per me più valore. E il valore lo fa il grado di cognizione di ciò che affermo.
Vorrei che comprendeste.
La Sapienza è Uno.
Intra Nobis Regnum Iesu. Amore per te, amore per Te. Emerge dal mio nulla, e il Principe di tutti gli angeli sostiene Kether, il Principe che è ai piedi del trono sostiene la Corona.

30 dicembre 2006

L'INTELLIGENZA

E ancora testimonio che questo Mondo è stato creato dall’Essere Supremo, il Solo Dio, che non è una specificazione filosofica o un’ipotesi ultrafisica o astratto piano metafisico, ma Realtà di Puro Spirito che trascende il Mondo e ne p, al tempo stesso, interpretazione, unica e vera.
E per questo testimonio, dal basso del mio cuore, che ci sono dei momenti della vita, del giorno e della notte, semplicemente, in cui alla Coscienza è dato di sapere ciò che io ora testimonio: È.
E illumina. E custodisce. E regge. E governa. Gli abbiamo dato vari nomi, vari testamenti e varie negazioni, ma È Uno che governa ogni cosa.
E la cui volontà è sostegno degli infermi.
Sono io, l’emorroissa. E il cieco alla piscina di Siloè. E sempre il lebbroso, io sono. E la figlia di Giairo. Io testimonio la mia guarigione dalle torture del Silenzio. Ora debbo guarire da quelle del Rumore.
Io testimonio la fine del mio Ego vecchio perché il Signore è nato. E la Sua nascita è la mia morte.
E io, intanto, non ho paura della morte. Io non ho paura della morte. Perché se io muoio, mio Fratello nasce.
E a coloro che penseranno “è andato fuori di testa….” O cose simili, con affetto chiedo:
DI CHE COSA NON AVETE PAURA VOI?
DI CHE COSA SENTITE L’ESIGENZA PIU’ PROFONDA?
DI CHE COSA SI ALLEVA LA VOSTRA SPERANZA?
DI CHE COSA COLORATE I VOSTRI SOGNI?
DI CHE COSA CREDETE DI ESSERE COMPOSTI?
DI CHE COSA DISPONETE PER VOI STESSI PER LA VOSTRA ETERNITÀ?
La vostra risposta nel vostro silenzio: lì cercatela.
“Elia, che fai qui?”
Sono sceso fin giù per questo attimo di meraviglia che già si perde nella memoria dei giorni a venire, che già lascia amara la bocca del ritorno difficile. Ma tu accoglimi, perché respiri verso di me, e il Tuo alito è soffio silenzioso e profumato. Lascia che io sciolga ogni briglia, perché ora sono nel nero, poi vi sarà il bianco e il rosso.
Io curo l’alchimia dell’Io perché esso muoia. E “io” non più dirò, “io” non più scriverò. Ma parlerà e scriverà il Solo Nome del Re, occultato dalla presunzione, ma luminoso nel cuore degli umili.
Io invidio l’uomo più semplice del mondo, e invidio quello che dà, e ancora invidio colui che è umile come io non sono e “le faccende domestiche” e invidio il “buon senso della massaia”, il genuino chiedere di un bambino,e poi invidio chi scava i pozzi d’acqua nelle terre australi e invidio che ha il coraggio di lasciare tutto e seguirTi, io invidio Levi, pubblicano.
Perché, pubblicano ancora, sebbene sia sceso dal sicomoro per preparare la tavola di ogni abbondanza per te, alla fine ti chiederò perdono per non aver fatto di più per Te, e solo aver chiesto.
Ma Ti chiedo come si fa, a preparate una bella tavola piena di primizie. Ti chiedo di salvarmi se salirò sul cavallo alato, alla cima del Tempo, e da lì mi lascerò volare da solo, definitivamente.
Siediti a ragionare su questo punto: trova le parole per descrivere la sensazione di pieno, nell’aria, sensazione di Lui, che scruta i recessi ombrosi dell’anima e ti manda messaggi.
Amen.

27 dicembre 2006

La FORZA

Fu rivolta a Giona figlio di Amittai questa parola del Signore: "Alzati, va' a Ninive la grande città e in essa proclama che la loro malizia è salita fino a me". Giona però si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s'imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore.
Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e ne venne in mare una tempesta tale che la nave stava per sfasciarsi. I marinai impauriti invocavano ciascuno il proprio dio e gettarono a mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più riposto della nave, si era coricato e dormiva profondamente. Gli si avvicinò il capo dell'equipaggio e gli disse: "Che cos'hai così addormentato? Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo". Quindi dissero fra di loro: "Venite, gettiamo le sorti per sapere per colpa di chi ci è capitata questa sciagura". Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona.
Gli domandarono: "Spiegaci dunque per causa di chi abbiamo questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?". Egli rispose: "Sono Ebreo e venero il Signore Dio del cielo, il quale ha fatto il mare e la terra". Quegli uomini furono presi da grande timore e gli domandarono: "Che cosa hai fatto?". Quegli uomini infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva il Signore, perché lo aveva loro raccontato. Essi gli dissero: "Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?". Infatti il mare infuriava sempre più. Egli disse loro: "Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia". Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano perché il mare andava sempre più crescendo contro di loro. Allora implorarono il Signore e dissero: "Signore, fa' che noi non periamo a causa della vita di questo uomo e non imputarci il sangue innocente poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere". Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia. Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e fecero voti.
Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore suo Dio e disse:

"Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha esaudito;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce.
Mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare
e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sono passati sopra di me.
Io dicevo: Sono scacciato
lontano dai tuoi occhi;
eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio.
Le acque mi hanno sommerso fino alla gola,
l'abisso mi ha avvolto,
l'alga si è avvinta al mio capo.
Sono sceso alle radici dei monti,
la terra ha chiuso le sue spranghe
dietro a me per sempre.
Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita,
Signore mio Dio.
Quando in me sentivo venir meno la vita,
ho ricordato il Signore.
La mia preghiera è giunta fino a te,
fino alla tua santa dimora.
Quelli che onorano vane nullità
abbandonano il loro amore.
Ma io con voce di lode offrirò a te un sacrificio
e adempirò il voto che ho fatto;la salvezza viene dal Signore".

E il Signore comandò al pesce ed esso rigettò Giona sull'asciutto.

(Giona 1-2)

La MISERICORDIA

È questo che, in fondo, desidero dimostrare più di ogni altra cosa: che nella direzione dell’altare, in alto, dall’alto verso il basso, durante la celebrazione eucaristica, c’è, chiara, la presenza grandiosa e indescrivibile del Cristo Vivente.
Mi spiego: è Puro Spirito tangibile alla punta del cuore, che sovrasta tutti i riempie..
Riempie tutto lo spazio.
Hai ragione: il problema di Dio, e del rapporto di Dio con l’Uomo, aggiungo io, è un problema spaziale. Non temporale.
Lo stesso problema dell’Eternità è un problema spaziale.
Come può essere pensato il rapporto tra il Punto e la Circonferenza?
Ora il problema trova questa soluzione: il Punto orientandosi verso un moto perpetuo ne diventa il ritmo stesso di quel moto.
Ed ecco, il Tempo. Dunque, Tempo=Punto orientato verso il moto perpetuo, e lo scandisce.
Tempo.
Ma la meraviglia qual è?
È che il punto compie una scelta ben precisa: assumere il senso dell’eternità, poiché eterno è il moto della Circonferenza. Quindi, Punto e Circonferenza godono dello stesso ritmo.
Ancora, il Tempo.
Ma la coincidenza del ritmo diventa anche coincidenza nello Spazio.
Perché? Perché se io mi pongo ad una certa distanza da un “punto” che ruota, penserò che quello è un punto finché non mi sarò sufficientemente avvicinato per capire che quello che era un punto in realtà era una circonferenza che contiene un punto, secondo lo stesso principio.
E così via fin a quello che solo può essere chiamato Punto Eterno perché è in Sé stesso Moto Eterno di Sé e della Circonferenza di cui il Punto Eterno è più grande.
Dunque, il Punto Eterno contiene la Circonferenza temporalmente, ma spazialmente ne è contenuto.
Questo io voglio dimostrare: che quel Punto Eterno, l’Unico Punto Eterno, contiene l’Uomo temporalmente, lo contiene e l’Uomo non è eterno. Ma, spazialmente, quel Punto Eterno è “contenuto” dall’Uomo.
Pur senza esserne contenuto. Poiché il Tempo dell’Eterno Punto trascende la Spazialità della Circonferenza (l’Uomo) che lo contiene.
Da qui, la Grande Responsabilità: l’elemento di eternità, il piccolo Punto che ci contiene nel Tempo e si lascia, per Amore, contenere nello Spazio, adeguandosi a ciò che noi percepiamo, lo Spazio, appunto, e lasciandoci, in realtà, sempre meravigliati e poco accorti sul Tempo, l’Unico Tempo possibile nel Punto Eterno, che è il Tempo Eterno.
La Gioia è questa scoperta. Chi ha orecchi per intendere intenda.
E noi siamo qui, attenti agli spigoli, ignorando troppo spesso che il Silenzio è uno Spazio di Reale libertà in cui incontrare il Bambino più dolce.
El è un Bambino. El vibra. Come fa a vibrare?
Parla.
Quando sapremo riconoscerne anche il Canto, la gnosi sarà perfetta.
E conoscendo avremo imparato l’Amore, e amando avremo conosciuto, e vedremo con i nostri occhi l’identità tra Conoscenza e Amore.
Poiché il movimento, nel limite dell’Uomo come nell’Eterna Legge, il movimento è lo stesso, della Conoscenza e dell’Amore.
Infatti, è Espirazione.

23 dicembre 2006

La VITTORIA

Ed ero un piccolo frate di un convento di campagna. E poi sono stato uno scalpellino un po' così. Un garzone di bottega traditore nella bottega di un fornaio. E poi bibliotecario grigio e quieto. E ancora la mia famiglia abitava nel nord della Francia, io e mia moglie eravamo il punto di riferimento della piccola comunità, famiglia osservante, felice, ma i nostri figli non ci hanno in tutto seguìto. E oggi si trovano tutti e tre nel nostro stomaco. Uno. Un altro è nel ventricolo destro. Il terzo, il più sensibile, è dietro entrambe le palpebre.
Ho chiuso il giro, per il momento. Non vado oltre. Ero giovane e l'industria appena nasceva.
Poi, ho avuto paura. Ho perso la strada, ma Qualcuno me l'ha mostrata ancora.
"Torna per cancellare le paure. Nel tuo cuore e in quello di coloro che ami. Così, a mezza vita capirai che la paura è il tuo conto. Superala, e torna da me, ti accoglierò con il gran banchetto".
"Perchè proprio la paura, Dolce Padre?"
"Perchè la paura è generazione d'uomo. Non esiste."
"Ma io mi sento soffocare a volte, dalla paura!"
"Sono Io, che spingo, tuo respiro, per uscire. E combattere con la Spada."
"Riuscirò a toglierla dalla Roccia?"
"Assicurati che sia ben dentro la Roccia. Lo è?"
"Lo è."
"L'assenza di paura e il privilegio del timor di Me, toglieranno con le tue mani la Spada dalla Roccia."
"Dunque, sarò anche io un orso?"
"Sei."

19 dicembre 2006

La GLORIA

Luce bianca. Ascolti le nostre preghiere, infondi la Verità, tabernacolo della Gloria, tabernacolo della Verità.
Che ne dici? È tempo per noi di farci un po' da parte?
Sorgi. Agisci.

17 dicembre 2006

La BELLEZZA

Ho visto una cosa.
Anzi, l'ho vista talmente bene che l'ho capita................................Ho, sotto i miei piedi, una trama fittissima di fili d'ogni colore e spessore, che corrono verso l'infinito, alcuni, altri contro mura altissime e infrangibili.
Reticolo percepibile.
Su di uno soltanto, il più sottile, il più silenzioso, il più luminoso, solo su questo ho provato a ballare, a camminare, correre, mangiare, bere, dormire, amare, e ho passeggiato a testa in giù giocando sulle mani, eppoi capitomboli, capriole inumane, e sono diventanto piccolo piccolo, un bel bambino, un immenso povero, e sono stato felice del mio chiedere "aiuto", e ho gioito perchè ho capito di non aver capito, solo sul filo più nascosto, ho potuto prendere la rincorsa e lanciarmi nel vuoto......no, dopo quel filo, da quel filo c'era ancora lo stesso filo e il suo orizzonte era ritorno al Cuore.
Un trapezista sul filo.
In un reticolo fitto, ho trovato il filo più forte, porta alla Bellezza.
Attraversando l'Abisso.
Mi insegnerai l'Equilibrio?

16 dicembre 2006

Il FONDAMENTO.

Una volta che hai riconosciuto la tua porta, aprila. È diverso costruire la casa intorno alla porta, la porta non è una conseguenza della casa, ma il contrario. Perchè il senso più nascosto di una casa è poterne uscire. Perchè il senso più nascosto di una casa è potervi entrare.
Così, inspiro per espirare, espiro per inspirare. E risalendo, vedi come sono fatte realmente le cose: così scopri che la casa ha fondazioni in cielo, più su.
L'esercito si sta preparando, l'azione è governata, perchè ogni cosa è gli Uomini di Luce sono illuminati, custoditi, retti e governati da ciò che è dentro di loro, come morbido giacere.
La luce giace dentro di noi. Concetto e sostanza.
Sollevate la mano destra contro il buio nel mezzo della notte: l'aria è più densa. Il prossimo vuole essere amato. Amatelo. Anche quando esce da voi.
Festina lente.

Il REGNO.

Scorgo l'altro punto di vista, abbandono l'idea di raggiungere la ragione. Non mi interessa: e vedo un groviglio di scale immerse nell'oscurità. In ogni caso, riesco a vedere.
In fondo, dove le scale poggiano sul mare, comprendo che la mia preoccupazione è per un amico.
È l'ingresso del Regno. Chi è il sovrano del Regno? Chi dimora nella dimora?
Intanto, mi affliggo lungo spesse mura di cinta: è lì il primo confronto con il forno, è lì che la misura della prova è fragile speranza, perchè il tempo è duro, la sensazione di cuocere lentamente, sì, è vera. Ma solo alcuno può intendere. Io stesso no.
Dunque, aspetto di adattare lo sguardo, attendo che gli occhi trovino riparo dalla tenebra e avanzo, perchè in fondo conosco il fondo, e mi diventa gracile oceano di piombo, che trasforma sè stesso in roccia d'oro.
Il ciclo dell'acqua. Il Regno è roccia nutrita dal Tempo, questo Tempo. La tempesta alleva animali e nutre piante, gli esseri del Regno, che diventano sempre più rigidi: è difficile scalfire un regnante.
Ripongo speranza nell'ultimo servo dei servitori, il quale porta appesa al collo un catena, che tu vedi di piombo, ma la parte interna, quella che poggia sulla pelle all'altezza del cuore, è puro oro.
Ripongo gioia in quella catena che stringe fuori e libera dentro.
Ripongo attesa perchè tu possa vagare senza vagare negli spazi infiniti del tuo io dissolto: è bello scoprire che Vive.
La pietra è redenta.

08 dicembre 2006

La Scala dei Re: Ultimo gradino, interno 1

La Scala dei Re: Gradino numero 8

"Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. (...)
Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio.
Chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio.
Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito.
L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno
."

Paolo di Tarso - 1 Cor, 2

La Scala dei Re: Gradino numero 7

"Ho riflettuto sul Tutto, alla fine. E ho conosciuto. Ciò che io ho conosciuto è al centro del tuo centro."
"Perchè sei andato via?"
"Non sono mai andato via dal Grande Cortile. Questo è quello che avete voluto credere voi, punirvi della Conoscenza."
"Dolce Adamo, ancora ti chiedo: nasci e vivi ogni giorno la tua eternità?"
"Sì, io ancora e per sempre vivo ogni giorno la mia eternità?"
"Qual è allora il segreto dell'esistenza? Rispondimi, ora."
"Un soffio, leggero come non potresti mai pensare la leggerezza; un profumo come non potresti mai pensare profumo più fragrante. Un soffio e un profumo, la stessa cosa, lì al centro del tuo centro. Il segreto dell'esistenza è l'andare per tornare ed il tornare per il non ritornare. Quando non dovrai più tornare, tutto ciò che è piombo avrà ottenuto la nobiltà dell'oro. Così, te ne accorgerai. Quando aumenterà la consapevolezza del tuo desiderio di ritornare, lì sarà la nostalgia del mare, la nostalgia dei monti, dei fiori, di tua madre e di tuo padre che un tempo furono figli, lì, grande sarà la nostalgia per ciò che ora guardi incantato. Ma porterai il piombo nel tuo cuore in forma di oro: Tabor sarà la tua casa."
"Dolce Adamo, credi che questo sia per me il tornare per il non ritornare?"
"Ingenuo figlio, ho riflettuto sul Tutto, e non te lo dirò. Passeggio aqncora per il Grande Cortile, ma tu sali e vedi. Vedi. Ti dirò...........................che ne ho il sospetto."
"L'anima solca gli Oceani. Altri ratti si adunano."
"Amìn."

06 dicembre 2006

La Scala dei Re: Gradino numero 6

"Al centro degli Oceani si ammassano i ratti fuggiti dalle navi. Noi saremo lì, uno accanto all'altro".
"Dolce Adamo, alla fine, hai riflettuto bene sul Tutto?"

03 dicembre 2006

La Scala dei Re: Gradino numero 5



"Sei affollato di pensieri che ti frenano. Prescindi e trascendi.""Come posso farlo?""Ecco, bravo, così. La giostra!""È un altro esempio?""Sì." "Mi piace che procedi con esempi." "Facciamo entrare anche loro.""Non ti vedo più." "Sono nel tuo stomaco. Fai la tua battaglia e respira. Così. Ora, segui bene questo dito......... È profondo. La giostra è un cavalluccio vecchio tipo. Sì, lo è." "Che ne devo fare?""Lucente è la punta del tuo cuore e salici. Dai, sali sul cavalluccio. Il non giudicare ispira il senso di questo. Sei sulla giostra perchè te lo abbiamo detto noi. Credi che saresti salito lo stesso?" "No." "Queto vuol dire che hai bisogno di un comando a fare le cose che trovi gradevoli. Comincia da questo. Agisci con audacia. Ed ecco la tua giostra. La giostra è l'esempio del tuo perderti in quello che non vuoi, in quello che respingi. La guardi e non ci sali. Te lo diciamo noi e lo fai. Non credi che dovresti affrontare e salire libero su te stesso? La giostra è la tua anima da dove viene il Sole e la Tenebra.""Ma io voglio solo il Sole!""Agisci a forma di sole. La via è tracciata, esci dalla rotta di collisione, così, adagio. Gli angeli esistonoe lavorano per noi. La forza che li spinge a te è forza d'amore. Tu li attrai e metti in moto gli angeli delle persone che ami. Difendili. DIFENDILI. Corrispondi all'angelo, digli sì.""Sì". "Ascolta il tuo Signore che ti dice, Io ci sono"."Voi, chi siete?""Te, in fondo alla Balena.""Morite con me?""No. Il fondo della Balena non muore mai." "Che vuol dire che siete il fondo della Balena?" "Che siamo ciò che contiene. Noi e te siamo diversi ma abitiamo nello stesso luogo. L'impronta di eternità ci porta con forza qui.""Siete voi gli angeli?". "No, solo la porta sull'angelo, come dicesti un po' di tempo fa.""Chi ero nella vita precedente?""Ascolta e scrivi bene.........""Risalgo."

02 dicembre 2006

La Scala dei Re: Gradino numero 4



"Depura. Il fitto va pagato a colui cui l'anima appartiene. È l'esperienza che giova ricordare, quella che va pagata. Tu ora non ricordi. Hai ancora paura di potere."
"Continuo a non capire."
"Il mezzo non c'è più, c'è unità. Assomiglia a Uno e cresci. Scrivi bene: CRESCI!" Il fitto dell'anima va controllato giorno per giorno."
"Mi lasciate in dubbio". "Chiedi. Sei il nostro albergo. Ma devi fare presto a capire. Su questo abbiamo fretta, il resto è più calmo. Segui il filo e il fitto è pagato."
"È un indovinello?"
"No. Segui le parole. L'esperienza è un vantaggio. Il fitto è temporaneo perchè tu capisca il passaggio. Faccio un esempio.
Stringi una corda; la sensazione di stringerla è tipica di una tua riflessione. Ecco, se tu pensi che la corda non sia tua, tendi a stringerla di più. Se, invece, pensi che è tua, la lasci libera.........(come con......)
L'anima è tua e tu la stringi come una corda non tua. È solo un piccolo passo in avanti che farai perchè il fitto ritorna al punto da cui viene l'anima".
"Da dove viene l'anima?"
"L'anima è fuoco scintillante generatore. Crea luci e ombre. Ciò che crea identifica il suo creatore".
"Ma come? la mia anima...?"
"La girella. Così capisci. E la corda tu la stringi per paura di perderla. Ma se realizzi che è meglio lasciarla libera, le mani che la plasmeranno saranno.......
scrivi così (Figura due quadrati contigui attraversati da una linea retta.)"

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